Lui è tra quelli che non si sono mai fermati. In questa emergenza non ha mai smesso di lavorare, presentandosi in cucina ogni giorno alle 4.45 della mattina. Anche quando bar e ristorante del BonBistrot erano chiusi in base alle disposizioni di Governo e Regione, ha continuato a preparare i pasti a domicilio per i clienti che già usufruivano di questo servizio e per quelli nuovi, persone convalescenti o in quarantena proprio a causa del Covid19.

 

Si chiama Andrea. È di Pieve San Giacomo, papà di una bimba. È il cuoco del nostro BonBistrot. “Lavoro qui da due anni e mezzo – racconta – Ho fatto l’alberghiero all’Einaudi e poi ho lavorato in molti ristoranti, principalmente nel cremonese. Poi mi sono sposato e volevo mettere su famiglia. La vita dei ristoranti non è così semplice e non si concilia molto con i ritmi della famiglia, così ho deciso di cambiare e sono arrivato qui al BonBistrot…”.
Ogni giorno, insieme a tre persone che lo aiutano, cucina circa 500 pasti, tra i pasti a domicilio, quelli per le comunità e i centri diurni e i piatti che vengono serviti al ristorante del Civico81. Menù condivisi con il medico nutrizionista e preparati giornalmente.

 

“Quando ho iniziato al BonBistrot, le quantità non mi spaventavano – dice Andrea – Avevo già cucinato per grandi numeri ed è questione di organizzarsi bene con il lavoro. Sono sincero, quello che mi spaventava un po’ era lavorare con persone fragili, ma poi mi sono ricreduto. Mi rapporto con loro con normalità e se prima qualcuno faticava anche a parlare, adesso a volte in cucina si parla anche troppo…”, scherza.

 

Ora che la fase 2 è ricominciata, con la riapertura del bar e del ristorante, anche Andrea nella cucina del BonBistrot riprende piano piano i ritmi della “normalità”. Che alla fine, per lui come per tanti al Civico81, è una scelta di vita.

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